domenica 14 novembre 2010

Paola Caruso, giornalista precaria del Corriere della Sera in sciopero della fame. Come darle torto? L'assenza di prospettive è avvilente: mi fa rabbia e sono consapevole, anni di precariato e contratti/ricatti attendono anche me. Su Internet la vicende s'è diffusa a macchia d'olio, veloce come le critiche: che differenza fa, questo caso, coi tanti altri, analoghi, di precariato sommerso e non? Perché mobilitarsi? Perché, come scrive Olga Piscitelli, cane non mangia cane e nessuno dei giornali – in larga parte basati sul lavoro di giovani para-contrattualizzati – nessuno dei giornali, questa notte, scriverà di Paola.
Per seguire e diffondere la vicenda e monitorare il suo stato (come stanno facendo in tantissimi, tramite Twitter o Tumblr, con buona pace dei cani!):  qui tutti gli aggiornamenti da parte della stessa Paola.


















(Qui, la risposta di De Bortoli, per completezza d'informazione)

5 commenti:

  1. Questa storia è terribile...attuale. :((

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  2. Questa storia è terribile. e non si può reagire.

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  3. La cosa terribile di questa storia è che, non solo sei così disperato da arrivare a un gesto così estremo, ma pure, quasi, ti devi sentire un cretino, perché loro cadono dalle nuvole e reagiscono con un nonchalantissimo: "E che è? Non potevi venire a parlarne che risolvevamo la cosa?!". Come se fosse vero!
    :(

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  4. Meravigliosamente incredibile!
    Lavoro in RCS (non in Corriere ma in Gazzetta dello Sport), ogni mattina vado a lavorare in via Solferino e vengo a sapere di questa storia dal tuo blog, redatto a 1.000km di distanza...
    Sono allibito! :|
    Pier

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  5. Mi fa piacere... vuol dire che oltre ad allietare con dolci brani di narrativa, grazie a questo blog riesco a fare anche un po' d'informazione! ;)
    Purtroppo i giornali non ne hanno parlato, per ovvie e tristi ragioni...

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